Buio. Solo il computer che mi illumina le mani. La sigaretta si muove velocissima sulla tastiera. Il fumo passa davanti agli occhi, vive il suo attimo e sparisce nel nero. Qui ci siamo solo io e questa storia. Il mondo l'ho chiuso fuori dalla stanza. Syd Barret mi ricorda che sono vivo. Mi emoziona. Passo a nuove percezioni lsdiane. La testa mi si muove. Ondeggia leggera sul pentagramma. Passa da un rigo all'altro. Morbida. Ora invece mi si ingrossa all'improvviso. Poi torna subito normale. Piccola. E' il momento dell'assolo vocale del great gig in the sky. Come vorrei essere qui con me. Invece un giorno ho aperto gli occhi e non c'ero più. Un estraneo viveva al mio comando neuro-sinaptico. Si alzava quando glielo dicevo, si muoveva come e quando volevo io. Ero un guscio estraneo legato ad un pensiero non mio. Burattino e burattinaio ho passato l'esistenza a comandar ed essere comandato. Mentre i pensieri, i ricordi, i sogni mi trapassano la testa, una manciata di note mi scivola addosso. Mi sveglia, mi stupisce. E ritorno nel mondo. Flash. Il monitor mi illumina. Mi veste di una luce mistica. Salve a tutti. Sono la divinità della mia camera. Del mio buio. Divinità, celebrante e fedele. La sigaretta si è spenta da un pezzo. Ora rimane solo un cadavere giallo-arancione. I giornali parlano di un misterioso caso di autocombustione per la povera camel, che nel mezzo della sua vita si è accesa. Luce nel buio, è stata scelta dalla divinità. E ora giace inerme. Nel posacenere-posacerebro. Un alieno riesce ad entrare nel mio mondo. Si muove a passi veloci. Non come l'uomo sulla luna. Si insinua ovunque. Nell'armadio, sotto il letto, dietro la mia sedia. Velocissimo scruta il pianeta in cerca di una qualche forma di vita. Non trovandolo si accontenta di me. Cerca di mettersi in contatto. Mi dispiace non ti capisco. Se ne va. Si indirizza verso l'anello di giunzione tra il mio mondo e il suo. Lo attraversa. Ma niente effetti speciali da milioni di dollari. Solo un secondo di luce cosmica e basta. Mi rigiro a guardare il mio templio. Non c'è più. Al posto del mio limitato spazio vitale c'è il mare. Una spiaggia e più vicino a me una strada cavalcata da mille pattinatrici nude bellissime. Palme ai lati, Cadillac gialle con gli interni zebrati mi passano vicino. Forse troppo vicino. All'interno di una di questa macchine riesco ad intravedere Tony Montana. Sigaro in bocca guida tranquillo, con la calma che l'ha portato ad essere quello che è. In fondo alla strada una signora con il vestito giallo passa sopra ad un geyser di occhi maschili datati 1970. Tenta di nascondere il suo corpo con le mani, tenendo il vestito attaccato al corpo formoso. La sola donna vestita in tutta la spiaggia, ed è l'unica che vorrei vedere nuda. Un altro flash. Altra luce mistica. Sono tornato la divinità del mio regno. Il sax del gunner's dream mi riscalda. Mi dice che posso rilassarmi. Meno male, in questa gigantesca fabbrica sembra di no. O fai qualcosa oppure ti additano come morto, ti chiudono in una cassa di legno e ti nascondono sottoterra. Per non ricordarsi più di te. E allora cominciano a mettere fiori sopra la tua buca, a profumare di incenso l'aria. Per non sentirti più. Per non sentire la puzza della vita. Vestiti di nero per non attirare l'attenzione, il pubblico pagante del mio funerale, rimase stupita quando mi sentì ridere. Corsero a flotte per aggiungere altri fiori, per non farmi sentire. Fiori e incenso in bocca, per zittirmi. Ma oltre le ghirlande, i fortunati più attenti riuscirono a vedere le mie labbra che sorridevano, zeppe di bugie, ipocrisie, cazzate che mi avevano messo in bocca per far risaltare meno le loro. "Io sono vivo, voi siete morti" Penso che se Giuda avesse mandato Gesù a morte per amore di una donna tutta la bibbia non sarebbe potuta essere scritta. Sarebbe stata una contraddizione. Per amore si scusano tante cose. Troppe. E poi questo amore, dov'è? Nel mio mondo non l'ho ancora incontrato. Non che abbia la pretesa di trovarlo proprio io, ma almeno così, giusto per vederlo. Cavolo voglio additare anche io l'amore. Vado. Non arrabbiatevi se non saluto, ma we don't need no education.